02 luglio 2024

LOCARNO FILM FESTIVAL 2024


La 77esima edizione del Locarno Film Festival avrà luogo dal 7 al 17 agosto 2024. A Shah Rukh Khan verrà assegnato il Pardo alla Carriera. Tenetevi forte: il Re sarà a Locarno la sera del 10 agosto in Piazza Grande per la cerimonia di conferimento del premio, e l'11 agosto per un incontro col pubblico. Devdas verrà proiettato nel corso della manifestazione. Nel comunicato stampa si legge: 'Giona A. Nazzaro, Direttore artistico del Locarno Film Festival: “Ospitare a Locarno una leggenda vivente come Shah Rukh Khan è un sogno che si avvera! La ricchezza e la portata del suo contributo al cinema indiano non hanno precedenti. Khan è un re che non ha mai perso il contatto con il pubblico da cui è stato incoronato. Audace e coraggioso, ha sempre saputo misurarsi con nuove sfide, senza però mai tradire quello che i fan da tutto il mondo si aspettavano da lui. Shah Rukh Khan è un vero “eroe popolare”, sofisticato ma con i piedi per terra: un mito dei nostri tempi”.'

31 maggio 2024

DIVI INDIANI IN ITALIA

Ranveer Singh


Il facoltoso clan degli Ambani continua a regalarci grandi soddisfazioni. Dopo l'indimenticabile spettacolo congiunto del trio regale dei Khan (clicca qui), gentilmente offerto lo scorso marzo dai futuri sposi Anant Ambani e Radhika Merchant, in questi giorni la coppia è in Italia per la sontuosa (interminabile) festa prematrimoniale organizzata su una nave da crociera salpata il 29 maggio da Palermo, con tappe il 30 a Civitavecchia - per una veloce visita della capitale - e domattina primo giugno a Santa Margherita Ligure (con proseguimento nella notte per Genova). Quasi tutti i locali di Portofino sono stati affittati ad uso esclusivo, e la famosa Piazzetta verrà chiusa ai non invitati dalle 17.30 alle 22.30. Alle 21.00 è previsto un concerto privato di Andrea Bocelli. Le nozze si celebreranno in luglio a Mumbai.
Superfluo precisare che, in siffatte circostanze, i miliardari adorano garantirsi la presenza di personaggi famosi di altissimo calibro. La lista è da scorrere in posizione seduta: Salman Khan (credo per la prima volta nel nostro Paese), Shah Rukh KhanKareena Kapoor con la sorella Karisma, Karan Johar, Alia Bhatt con il marito Ranbir Kapoor, Ranveer Singh, Sanjay Dutt, Kiara Advani con il marito Sidharth Malhotra, Janhvi Kapoor con il padre Boney Kapoor, Sara Ali Khan, Ananya Panday, Disha Patani, Ayan Mukerji, Atlee. Alcuni media indiani citano anche Aamir Khan e addirittura la famiglia Bachchan. Poco o niente sta trapelando (sigh), le fotografie che circolano in rete si contano sulle dita di una mano - tocca accontentarsi e attendere con pazienza. 
Gli Ambani sembrano apprezzare parecchio l'Italia, dal momento che anche Isha Ambani, sorella di Anant, nel 2018 aveva festeggiato il suo fidanzamento sul lago di Como, con abituale corollario di un folto gruppo di celebrità (clicca qui).

Aggiornamenti del 2 giugno 2024: 
- Video: Shah Rukh Khan e Ranbir Kapoor a Portofino
- Video: Shah Rukh Khan al concerto di Andrea Bocelli
- Video: Salman Khan e Sanjay Dutt a Portofino
- Video: Kiara Advani e Sidharth Malhotra a Portofino


Ananya Panday a Roma

Sara e Ibrahim Ali Khan a Roma

Ananya Panday a Portofino

Janhvi Kapoor a Portofino

23 maggio 2024

PRIYANKA CHOPRA A ROMA: EVENTO BULGARI


Nei giorni scorsi Priyanka Chopra era a Roma in qualità di testimonial di Bulgari. La diva indiana il 20 maggio ha presenziato alla sfilata di lancio della nuova lussuosa collezione di alta gioielleria Aeterna.
L'eternità secondo Bulgari: i gioielli più preziosi di sempre sfilano a Roma con Aeterna in un evento stellare, Elisabetta Caprotti, Vogue Italia, 21 maggio 2024: 'Oltre 500 creazioni esclusive per celebrare un grande traguardo, 140 anni di storia nel mondo del lusso. L'evento si è svolto alle Terme di Diocleziano. (...) Tra gli ospiti internazionali, Anne Hathaway, Priyanka Chopra Jonas (...) e Alessandro Gassman. Per celebrare lo speciale anniversario, la star indiana con 91 milioni di follower Priyanka Chopra Jonas ha indossato la collana Serpenti Aeterna, la creazione di Alta Gioielleria più preziosa mai realizzata dalla maison romana, formata da sette gocce di diamanti D flawless per un totale di 140 carati, una per ogni anno di storia del brand, e da 698 diamanti baguette per un peso di 61,81 carati, questa incredibile collana ha richiesto oltre 2.800 ore di lavoro per essere completata, incarnando un'eccezionale combinazione di creatività, competenza e audacia, valori che da sempre definiscono la visione di Bvlgari. (...) Come modelle è stato scelto un cast iconico, tra cui (...) Isabella Rossellini, Carla Bruni. (...) La performance live di Elisa'.

Video ufficiale promozionale
Video con Priyanka Chopra e Anne Hathaway
Video sessione fotografica








Priyanka Chopra e Anne Hathaway


















27 aprile 2024

FESTIVAL DEL CINEMA AFRICANO, D'ASIA E AMERICA LATINA 2024


La 33esima edizione del Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina si svolgerà a Milano dal 3 al 12 maggio 2024. Dilli Dark, di Dibakar Das Roy, è in concorso nella sezione Finestre sul mondo. Verrà proiettato giovedì 9 maggio alle ore 19.00 presso la Cineteca Milano Arlecchino, sembra alla presenza del regista. La pellicola è in lingua originale con sottotitoli in italiano e in inglese. Trailer.
Vi segnalo l'articolo 'Dilli Dark' is about acceptance, says director Dibakar Das Roy, pubblicato da The Times of India il 5 novembre 2023:

'"At this point of time, in a world which is very agitated, I think acceptance, non-judgmentalism... That's the most basic way in which we can put our politics. This is what I would want people to take back from the film. The whole intent behind it is to not just talk about Africans in Delhi. The intent is to talk about anyone who feels like an outsider in society today, that could be in India, America, or any other place. (...) Satire is one of the most beautiful art forms that were ever created. Satire is a beautiful tool because it doesn't take things seriously and at the same time it asks rather than tells. (...) Delhi is a beautiful city and I have a toxic relationship with it. Look at the beautiful complexities in Delhi, different layers, history, and all of that. I think it is about (sense of) belonging. Being an Indian person, I was born in Kolkata, I grew up in Meghalaya, and I went to Dehradun, then Delhi. What does it mean being an Indian? There's a central emotion to being Indian and I think Delhi represents that. (...) I didn't know Samuel [Abiola Robinson, l'attore nigeriano protagonista di Dilli Dark]. For me, he was just this actor working in Malayali films who had moved to Delhi. I watched his movie (Sudani from Nigeria), it was a commercial hit, and I decided to speak to him. We sat and worked on the film together".'


25 aprile 2024

SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO 2024


La 36esima edizione del Salone Internazionale del Libro si svolgerà a Torino dal 9 al 13 maggio 2024. Il 10 maggio Salman Rushdie sarà ospite della manifestazione per presentare il suo nuovo lavoro, Coltello. Meditazioni dopo un tentato assassinio, pubblicato da Mondadori, in libreria dal 16 aprile 2024. Roberto Saviano condurrà l'evento. Nel comunicato stampa della casa editrice si legge: 'Coltello è l’opera di un Maestro delle Lettere all’apice delle sue capacità, che scrive con passione, con dignità, con onestà incondizionata. È anche un ricordo profondamente commovente del potere della letteratura di dare un senso all’impensabile, una meditazione intima e rassicurante sulla vita, sulla perdita, sull’amore, sull’arte e sul trovare la forza di rialzarsi'.
Vi segnalo inoltre che l'11 maggio Radhika Jha presenterà al Salone il suo ultimo romanzo, La foresta nascosta, pubblicato da Sellerio Editore. Il giorno prima la scrittrice sarà all'Università di Torino, e il 12 maggio inaugurerà a Masio il festival letterario Parole sotto la Torre. 



RASSEGNA STAMPA/VIDEO (relativa alla partecipazione di Rushdie e aggiornata al 14 maggio 2024)

- Video Rai: conferenza stampa, Tg3, 9 maggio 2024
- Video Rai: Il cavallo e la torre, 10 maggio 2024
- Video Rai: Il cavallo e la torre, 10 maggio 2024
- Video LA7: In altre parole, 11 maggio 2024
- Video LA7: In altre parole, 11 maggio 2024
- Video Rai: Quante storie, 13 maggio 2024
- Video Mediaset: Quarta Repubblica, 13 maggio 2024


- Salman Rushdie, brutto momento per la libertà di stampa, Amalia Angotti, ANSA, 10 maggio 2024:
'Una vera standing ovation accoglie Salman Rushdie e Roberto Saviano all'ingresso all'Auditorium del centro congressi del Lingotto. La sala è strapiena e ad accoglierli c'è la direttrice Annalena Benini che considera la presenza dello scrittore indiano dei Versi Satanici un fiore all'occhiello del suo primo Salone. "Sono qui per dirvi quanto abbiamo desiderato questo incontro. Siamo emozionatissimi di avere Rushdie qui in Italia per la prima volta dopo l'attentato. Con Saviano sono legati da molti anni. Questo è un incontro fra scrittori, fra amici, ed è un incontro di libertà", afferma Benini. I due condividono anche la condizione di 'sopravvissuti' come osserva Rushdie. "Mi chiedi come abbia fatto a superare tutto, ma tu ne sai qualcosa, credo che per te sia ben peggio di quanto lo sia stato per me". Un tema è il rapporto tra potere e intellettuali. "Scrittori, giornalisti, intellettuali sono sotto attacco, è un brutto momento per la libertà di espressione. Pensavo fossero guerre già vinte e invece dobbiamo ripartire daccapo e ricominciare a combattere. Lo faremo" assicura lo scrittore saggista naturalizzato britannico tornato in libreria con Coltello (Mondadori). A Saviano, che lo ringrazia per la solidarietà espressa nei suoi confronti per il contenzioso con la premier Giorgia Meloni, Rushdie dice: 'Io sono stato citato in giudizio da Indira Gandhi quando ho scritto I figli della mezzanotte per una frase che riguardava suo figlio, quindi non sei il primo". (...) 


Durante l'incontro Rushdie parla del tentato assassinio di due anni fa e dei momenti duri che sono seguiti. Al pubblico chiede un applauso per la moglie la poetessa, narratrice e artista afroamericana Rachel Eliza Griffiths che lo ha curato e assistito. "Ha fatto tutto lei, ha organizzato tutto, mi ha dato tutto l'amore e l'assistenza possibile, senza mai farmi sentire tutta la sua sofferenza", racconta. "Ho scoperto di essere più forte di quanto pensassi, ho scoperto di essere resiliente solo dopo l'attentato" aggiunge. E a chi in tanti momenti difficili della sua vita lo ha accusato di avere pensato a cose frivole replica: "Vivo a New York da 25 anni e per 23 tutto è andato bene. Ho vissuto una vita normalissima, ho fatto tour per presentare i miei libri, ho tenuto conferenze, non ho avuto mai problemi. Ho avuto un ventennio di vita buona e ora ne voglio altri venti. Che mi faranno arrivare a 97 anni, ma sto già pensando alla festa dei miei cento anni. E deve essere una festa da ballo. Quindi ci vuole un dj molto attempato. Insomma ti riprendi la vita, nessuno te la ridà".'  


'Protagonista indiscusso della seconda giornata del Salone del libro di Torino lo scrittore Salman Rushdie. (...) Un’ora e mezza di coda per le rigide misure di sicurezza per i fortunati che sono riusciti a prenotare un posto nell’Auditorium del Lingotto. A dialogo con lo scrittore angloindiano Roberto Saviano. (...) Per chi si aspettava un incontro dai toni cupi si è dovuto ricredere. (...) Saviano chiede subito a Rushdie di partire dalla ricostruzione del suo tentato assassinio il 12 agosto 2022 a Chautauqua, una cittadina dello Stato di New York. (...) Certo, i racconti drammatici non mancano, (...) ma sono affrontati con la levità e l’ironia che lo contraddistinguono e avvolti dalla tenerezza nei confronti della moglie Eliza, sempre al suo fianco nel duro percorso di ripresa. Saviano stesso fa notare come il libro sia pieno di digressioni ironiche, come quando racconta che al momento di constatare quanto fossero profonde le ferite, Rushdie era più preoccupato per il vestito nuovo che dovevano tagliare. E in fondo traspare dall’intervista come tutto il romanzo sia un inno alla vita e un omaggio all’amore e alla letteratura.


Saviano chiede a Rushdie come sia riuscito a rimanere scrittore dopo la condanna della fatwa e a tenere alto lo standard dei suoi libri senza cedere davanti agli attacchi ricevuti anche dagli altri scrittori e Salman racconta di come ha scoperto di essere più forte di quanto pensasse: “Mio figlio all’epoca aveva 10 anni e mi chiese perché non scrivessi libri che potesse leggere lui. Io gli risposi che finito di scrivere il libro a cui mi stavo dedicando (era I versi satanici), avrei scritto un libro che gli sarebbe piaciuto. Poi è diventato impossibile. Però avevo fatto una promessa e così ho scritto “Harun e il mar delle storie”. Ecco, il mio ritorno alla scrittura è stato questo: scrivere una favola per un bambino. Ci potevano essere molti modi con cui distruggere la mia carriera: la paura, la rabbia, la vendetta, ma queste cose mi avrebbero distratto dalla mia arte. Mi sono detto: ho scritto cinque libri, continua a stare sulla tua strada e segui quella. Volevo che i miei libri vivessero di vita propria.”
Saviano: “Come hai fatto per vent’anni a vivere con il peso di una minaccia di morte e l’ostilità dei media e anche di molti intellettuali?” Rushdie: “Beh, tu ne sai qualcosa, anzi penso che per te sia stato ben peggio di quanto lo sia stato per me. Ho pensato che se stavo ad aspettare che andasse tutto bene quel giorno non sarebbe mai arrivato. Certo, mi sono fatto guidare dai servizi segreti. Vivo da 25 anni a New York e per 23 anni ho vissuto in modo normale, senza problemi. Poi questo tipo ha pensato che la questione non fosse chiusa. Ho avuto un ventennio di vita buona e ora ne voglio altri venti così, che mi faranno arrivare a 97 anni. Sto già pensando alla mia festa dei 100 anni e deve essere una festa da ballo con un dj attempato” osserva ridendo.


Saviano nel ringraziare Rushdie per la solidarietà espressa il giorno precedente nei suoi confronti nella disputa con Giorgia Meloni, gli chiede come mai i giornalisti e gli intellettuali vengano percepiti dai ministri come dei rivali politici e come vede il problema della libertà di espressione nei governi populisti. “Trump ha sempre considerato i giornalisti come “nemici del popolo”, strano sentire una frase stalinista pronunciata dal presidente più capitalista. Ma non è niente di nuovo, io sono stato citato in giudizio da Indira Gandhi quando ho scritto “I figli della mezzanotte”, quindi non sei il primo” risponde Rushdie sorridendo, “ è un brutto momento per la libertà di espressione, dobbiamo ricominciare a combattere.”
Sulla sua tenacia nel sopportare i gossip che lo criticavano di essere frivolo nonostante pesasse su di lui una condanna, Rushdie ha dichiarato: “Non è stato facile, pensavano dovessi rimanere nascosto per non risultare superficiale, quindi me ne andavo nei night. Adesso non riesco a rimanere sveglio fino a tardi per andare a divertirmi in discoteca” e aggiunge in tono ironico “ho anche scritto 22 libri, non so quando li ho scritti con tutte queste feste! Interessante notare come dopo l’aggressione tutta questa gente sia sparita.”


Di fronte alla domanda su quale sia il rapporto che Rushdie ha attualmente con I versi satanici risponde così: “ogni libro deve trovare la sua strada nel mondo. A un lettore che mi chiedesse da dove iniziare a leggere i miei libri gli risponderei di non partire da quello, ed è un peccato perché credo sia un buon libro. La cosa strana è che non riguarda molto la religione ma piuttosto la città di Londra. Credo che quelli che hanno sferrato critiche non lo abbiano letto. Se penso che Ulisse di Joyce è stato accusato di pornografia e Nabokov è stato accusato di essere pedofilo per Lolita... A pensarci bene mi fa sentire meglio essere in compagnia di Joyce e Nabokov.”
Nel romanzo non nomina mai il suo giovane attentatore che, quando gli è stata gettata addosso la fatwa, non era ancora nato. È un mistero come a questo ragazzino del New Jersey dalla fedina penale pulita sia saltato in mente di aggredirlo. Nel ricostruire la sua vita cerca di renderlo più convincente di quanto non lo sia nella realtà. È un modo di farlo suo, dice, “la mia reale vendetta è stata quella di inventarlo nei buchi che non tornano”.
Infine Saviano chiede a Rushdie se è vero che dal dolore si esce migliori, perché lui ha sempre pensato il contrario e Rushdie replica che ad ogni modo bisogna trovare la forza e la speranza di andare avanti, nel suo libro spesso ricorre l’imperativo “Vivi!”, come un ordine che dà a sé stesso e poi aggiunge: “guardarci poi qui a dirci cose gentili l’un l’altro, abbiamo un solo problema io e te: o impari tu l’inglese o io l’italiano.”
Un caloroso applauso in una standing ovation accompagna i due autori che si abbracciano e si allontanano'.

Conferenza stampa

Il cavallo e la torre

Radhika Jha

11 aprile 2024

FESTIVAL DI CANNES 2024


La 77esima edizione del Festival di Cannes si svolgerà dal 14 al 25 maggio 2024. In sintesi:
All we imagine as light, di Payal Kapadia (sesso femminile), è in concorso - udite udite, un film indiano dopo decenni - nella selezione principale. Scusate, ripeto perché godo troppo: nella selezione ufficiale - per me è già una vittoria quindi stappo lo champagne;
Santosh, di Sandhya Suri (sesso femminile), con Shahana Goswami, è in concorso nella sezione Un certain regard
Sunflowers were the first ones to know (cortometraggio), di Chidanand Naik, è in concorso nella sezione La Cinef dedicata alle opere realizzate dalle scuole di cinema;
In Retreat (coproduzione indofrancese), di Maisam Ali, è in programmazione nella sezione parallela Acid;
Sister Midnight (produzione britannica?), di Karan Kandhari, con Radhika Apte, è in concorso nella sezione parallela Quinzaine des Cinéastes.
Segnalo inoltre The Shameless (produzione internazionale), diretto da Konstantin Bojanov, ambientato in India e interpretato da un cast indiano, in concorso nella sezione Un certain regard.



11 marzo 2024

AISHWARYA RAI AND BEAUTY AS AN ARMOUR


Aishwarya Rai non è l'attrice più espressiva al mondo. Ci prova, si impegna, e solo a tratti l'interiorità riesce nell'impresa titanica di picconare la sua algida, leggendaria avvenenza, spalancare uno squarcio ed avventurarsi entusiasta in superficie al grido di eccomi, ci sono anch'io. Ma ammettiamolo: il mondo del cinema - occidentale e orientale - pullula di attori e attrici di bell'aspetto, con un talento modesto per la recitazione, eppure sopravvalutati. La forza di Ash è che lei non si limita al bell'aspetto - quello lo lascia alle colleghe. Ash bella lo è incomparabilmente, oltraggiosamente, irraggiungibilmente.
Aishwarya Rai non è la mia attrice preferita, però, nelle pellicole in cui il suo splendore rifulge come il sole, io non sento la mancanza di professioniste più capaci, perché lei, la Dea, svolge alla perfezione - ripeto: alla perfezione - il compito divino di imprigionare uomini e donne in un incantesimo che vorresti infinito. 
Vi segnalo sull'argomento un articolo piuttosto interessante di J. Shruti, pubblicato da Film Companion il 7 marzo 2024. Aishwarya Rai Bachchan and beauty as an armour:

Devdas

'There are curious accusations that swarm around Aishwarya Rai Bachchan's stardom. These essentially boil down to a charge: Even though Rai has a pulse on what are some of the surface qualities of a star, the subsance beneath - you know, the craft, or any endearing idiosyncrasy - would crumble once the beauty is separated from it.
Rai proliferated every Indian living room with a fizzle. "I said you have to seduce five men in this room," Prahlad Kakar recalled in an interview, on the direction he gave Rai during the famous Pepsi advertisement [clicca qui] that marked her arrival on the Indian entertainment scene. She appeared in wet, tousled hair; a distinctive red lipstick that contrasted with her green eyes, and seductively asked Aamir Khan's character if there was one more Pepsi bottle. It was a face that could launch a thousand whitening creams in post-liberalisation India, it was a mythology of beauty and modernity that had begun to collect sway around itself even before its outsized exposure to celluloid.

Cannes 2006

'She is too beautiful'
When she entered the 1994 Femina Miss India contest, rumours swirled that as many as 25 contestants withdrew their names once they caught a whiff of her interest in the pageant. (In an interview much, much later, Sushmita Sen - who would eventually emerge as the winner - disclosed that she had quivered at the prospect of competing against Rai, too. "Bohot khoobsurat hai bhai (she is too beautiful, man)," Sen retorted.) When Sen and Rai would win their respective world titles, they would be given a diplomat's welcome in the National Capital Region: Paraded around the lenght of the city, suggesting that the victories had spilled over from their personal realm of success to assume the shape of something much bigger in a globalised economy.
Here was a beauty that travelled the cultural distance far enough to imply that we could accommodate women wearing swimsuits on an international platform, and stretch our notion of what we can take pride in - not just the Hindu, upper-caste notions of protecting a woman's sexual virtue. That we could rip open our convictions to imported stereotypes of modernity as well as glossy shampoos. Rai would go from the femme fatale male fantasy of the Pepsi ad to monopolising women's fantasies, by holding out the impossible hope of acquiring her brand of beauty by purchasing the right soap, like Lux, or shampoo, like L'Oréal (the latter, eventually, also launched her upon the international stage and laid out the Cannes red carpet for her).
The market share of foreign cosmetic products from Revlon, Oriflame, L'Oréal, Maybelline grew by 25% during the late Nineties - a historic feat. Rai may not have had anything to do with this market growth directly, but she was a respectable cog in its wheel, embodying an ideal femininity that conformed to the contemporary demand of idealising Western beauty and celebrated consumerism.
To bludgeon the obvious point across: Rai was not just beautiful - she was gorgeous. Many have resorted to exclaiming, designer Tarun Tahiliani for one, that their logical ability to think is compromised in her presence. The film projects she took on - her most memorable collaborations have arguably been with Mani Ratnam and Sanjay Leela Bhansali - invariably utilised this external truth and purposed it into the narrative.

Dhoom:2 - Back in action

Tradition as a contrast
An Iruvar (1997), a Hum Dil De Chuke Sanam (1999), a Devdas (2002), a Cannes jury member honour (2003) [clicca qui], a Time magazine cover (2003) [clicca qui], a few flops - if Aishwarya Rai the model was an unchallenged queen, the actor encountered subtle and impolite resistance. It's evident from her choices that Rai was intent upon being seen as a serious actor and commercially viable heroine from the very beginning. She chose to work with filmmakers who were known for their artistic grandeur and distinctive choices. Devdas's Paro as Rai played it was an incandescent contrast to the newer notion of a desirable woman peddled through her advertisements. (...) 
How much of Rai's appearance would account for the credit she deserves as an actor, given what her beauty could do to celluloid? In 2003, when she would be announced as one of the youngest jury member at Cannes, the raspings about her credibility as an actor would become louder, and her facial features - palatable to a Western audience - would be chalked up to be a significat reason she was being acknowledged to such a degree.

Dhoom:2 - Back in action

The tag of 'Ice Maiden'
These criticisms were mixed to the frustration of unother unmet demand: to pull the curtain and offer personal anecdotes that could humanise her. Culture journalists referred to Rai as the "Ice Maiden" for notoriously guarding her private life. (The term, retrospectively, feels sexist.) An ex-colleague, a veteran reporter, would also disclose that even procuring an interview could prove to be an onerous task. Rai would divulge digestible details about her parents' emphasis on academics (she has a degree in architecture), having a normal upbringing, and being the only one in the family to pursue a career in showbiz. This self-consciousness and obsession with the 'good girl' persona would chafe at some. Take this scathing promulgation into account: "She remains a glittering icon, more symbolic than real, defined entirely by how she looks," wrote Lakshmi Chaudhry in a piece for Business Standard.
These charges feel unfair, though. It is an odd beef to have with a celebrity - to pit their beauty against their craft, as though the two can only pull at each other. As if beauty cannot viscerally move you; as if in the case of Rai, the beauty is a superficial detail to be dismissed rather than a quality that played a key part in how we reckon with women's bodies and the moral anxiety that surged post-1991, as the Indian economy opened up and Indian society found itself beset with novelties. Rai was never going to pass as an everywoman. Instead, she became an example of a truly incredible India, one who can stand comfortably at the cusp of West and East, of modernity and tradition, coveted by everyone but singular (and therefore autonomous) because of her extraordinary beauty.

Jodhaa Akbar

Persona vs Person
Rai approaches her stardom with the energy of a haloed student with a homework assignment, and the front-bencher energy doesn't translate to becoming endearing: She is very proper in interviews - a behavioural legacy of her beauty pageant roots perhaps - and the effort at performing in a 'correct' way is visible. (...) The standard but shiny platitudes, delivered with giggles in her interviews, slash the possibility for emotional intimacy and instead emphasise that what we see is a persona rather than a person. Her stardom is a different shade from Shah Rukh Khan's - the passion for his work is bolstered by his interviews where he is witty and vulnerable. His fans make a pilgrimage to Mannat as if it were something sacred, and it is hard to imagine that thumping passion for Rai.
Yet there is a refreshing irreverence in how she has not heeded to any of the criticisms, especially when it comes to opening up about her private life. When she was relatively new to the world of show business, she saw how little she benefited from the scandals that erupted as a result of her private life being glimpsed by the press, and Rai has since been staunchly protective of her privacy.

L'Oréal 2018

A few awkward Hollywood forays, (...) a high-profile marriage, a Jodhaa Akbar (2008), childbirth and fat-shaming at Cannes, an Ae Dil Hai Mushkil (2016), and two Ponniyin Selvans later - where the potential for her beauty to resonate has been maximised - it's evident there is no intention here of veering away from roles that factor her indisputable beauty. Since her beauty pageant days, Rai has had a pulse on what it means for a woman's body to be a contesting (and contested) territory - just pay attention to the number of times she brings up what is 'expected' of her in interviews. She shares frankly how she is carrying the responsibility of translating India's culture on Western platforms like American talk shows and international film festival. She seems to understand that representing an idea can sometimes come at the cost of putting your interiority forward. Ideas can be neat, interiority is not and Aishwarya Rai has no time for the messy humanity of conventional celebrityhood.
There is perhaps a sense of loss for those who see her, for her fans, when one cannot humanise Rai, but only adore her. Perhaps being otherworldly enables more respite for a female superstar'.

Ponniyin Selvan - I