08 agosto 2016

FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA 2014

Vishal Bhardwaj, Shahid Kapoor e Marco Müller

[Archivio]

Nell'edizione 2014 del Festival Internazionale del Film di Roma erano in cartellone Haider (sezione Mondo Genere), di Vishal Bhardwaj, e Kaaka Muttai (tamil, sezione autonoma Alice nella città - per saperne di più su KM: clicca qui), di M. Manikandan. In collaborazione con la manifestazione, Maqbool e Omkara, di Vishal Bhardwaj, erano stati proiettati al Teatro Argentina, dove il regista aveva incontrato il pubblico il 24 ottobre 2014. Anche Shahid Kapoor era ospite del festival. Haider si è aggiudicato il premio del pubblico Mondo Genere. Shahid ha poi utilizzato per molti mesi le immagini scattate a Roma come testata del suo profilo Twitter, nel quale, il 26 ottobre 2014, ha scritto: People's choice in the main category at the Rome film festival. A first for an Indian film. Proud and humbled

Video ufficiale: Shahid Kapoor sul tappeto rosso
Video Kinetoscopio: coreografia organizzata per la proiezione di Haider
Video Rai: cerimonia di premiazione (intorno al minuto 30.00)
Recensione di Haider, Aldo Spiniello, Sentieri Selvaggi, 24 ottobre 2014: 

'Haider si apre a una gamma infinita di sensazioni, luci e ombre, colori, tinte, mezzetinte. In questo Bhardwaj sembra mettere in gioco la sua formazione di musicista. Lavora per variazioni, brusche o lievi a seconda dei momenti. Dalla violenza più brutale alla tenerezza impudica, dagli abissi della tragedia ai picchi di romanticismo, sembra attraversare l'intero mondo genere: il mélo più acceso, il war movie, l'action, il thriller, fino alla commedia. (...) Il musical esplode solo in una scena - fantastica, quella in cui Haider rinfaccia ai traditori le loro colpe -, ma rimane, come tradizione, il filo rosso che collega le mille schegge del film, con le canzoni che danno sangue e corpo ai suoi mutevoli umori. Metagenere che ingloba e contiene tutti gli altri, che si fa stile di scrittura visiva, caméra-stylo, a ancor più linguaggio, codice di ingresso a un altro mondo dell'immagine, a una diversa modalità della narrazione, della percezione e dell'espressione dei sentimenti, delle storie, delle passioni. Bhardwaj non ha paura di nulla e si fa carico di tutto, del peso del testo, della fama dei suoi interpreti, (...) della grandezza dell'apparato produttivo, per piegarlo alla sua visione magnifica e sanguinaria, struggente e brutale di corpi intrecciati nell'amore e poi fatti a pezzi. Trasforma il dubbio amletico del suo protagonista, stretto tra la lucida consapevolezza della colpa e la cecità degli affetti più viscerali, in un discorso politico su una regione divisa tra due forze e due tentazioni e, più in generale, sull'ingannevole anima di un paese intero, che professa l'apertura della modernità, ma non sa rinunciare alla barbarie della corruzione e della repressione. Tutto ridiventa spettacolo, comunque. È forse inconcepibile per noi, ma qui il blockbuster è, al tempo stesso, un sistema codificato, con le sue regole, i suoi canoni di riconoscibilità, leggibilità e commerciabilità, ma contempla e contiene in sé già le vie di fuga, la possibilità delle esagerazioni impreviste, delle follie più estreme - come Shakespeare, appunto, il blockbuster della letteratura universale. Al punto che una grande star non è più solo un corpo e un volto da copertina o un'icona sacra. È, letteralmente, un fuoco d'artificio da far esplodere nel firmamento dello spettacolo. Nessun Tabu (e la nostra splendida protagonista perdoni il greve gioco di parole). È la meraviglia di questo cinema'.











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