31 maggio 2022

LOCARNO FILM FESTIVAL 2022


La 75esima edizione del Locarno Film Festival avrà luogo dal 3 al 13 agosto 2022. Segnalo la pellicola malayalam in concorso Ariyippu, diretta da Mahesh Narayanan e interpretata da Kunchacko Boban e Divya Prabha. A Gitanjali Rao, membro della giuria della sezione Concorso Cineasti del presente, verrà consegnato il Locarno Kids Award la Mobiliare. Nel comunicato ufficiale si legge:

'Torna il premio dedicato alle figure che hanno saputo spalancare il mondo del cinema al pubblico più giovane. Per la sua seconda edizione, il premio Locarno Kids Award la Mobiliare sarà assegnato a Gitanjali Rao, regista e animatrice, che con le sue opere sta segnando una nuova strada per il racconto animato, fondendo il gesto artistico del disegno a mano e le nuove tecnologie. Gitanjali Rao ha inaugurato la 74esima edizione del Locarno Film Festival con il cortometraggio Tomorrow My Love (2021) e il suo ultimo lungometraggio, Bombay Rose, struggente favola sul valore della libertà presentata alla Settimana Internazionale della Critica della Mostra di Venezia nel 2019, è il primo film animato indiano ad essere distribuito su Netflix. La premiazione di lunedì 8 agosto in Piazza Grande sarà seguita dalla proiezione del suo cortometraggio animato Printed Rainbow, vincitore di tre premi alla Semaine de la Critique di Cannes 2006, e poi entrato nella rosa dei candidati agli Oscar 2008. Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival: “Gitanjali Rao è senz’altro una delle voci più inconfondibili e originali a essere emerse dal continente indiano negli ultimi anni. Offrirle il Locarno Kids Awards la Mobiliare significa premiare il talento di un’artista innovativa e originale, il cui lavoro nell’arco di pochi anni ha saputo imporsi all’attenzione del pubblico del mondo intero e celebrare il meglio della creatività contemporanea”.'

Aggiornamento del 3 agosto 2022 - Video: Kunchacko Boban a Locarno. 
Aggiornamento dell'11 agosto 2022 - Video ufficiale: intervista concessa da Gitanjali Rao.

Kunchacko Boban, Divya Prabha e Mahesh Narayanan - Locarno, 4 agosto 2022


Prima di Ariyippu - Locarno, 2022



Locarno, 2022




Gitanjali Rao - Locarno, 2022







29 maggio 2022

KABIR BEDI IN ITALIA PER CARE&SHARE


Kabir Bedi sarà in Italia dal 7 al 10 giugno 2022 per l'evento benefico Il racconto continua... organizzato da Care&Share. Nel comunicato ufficiale si legge:

'Torna in Italia Kabir Bedi per un tour di 6 tappe all’insegna della solidarietà in compagnia di Care&Share. 6 luoghi diversi ma un unico scopo: sensibilizzare le persone sulla condizione degli orfani indiani e raccogliere fondi per contribuire alla gestione e al mantenimento di Mangoes Home, casa famiglia di Vijayawada che ospita 20 ragazzi dagli 11 ai 18 anni, tutti con un passato di abbandono, violenze e maltrattamenti alle spalle. In questa struttura protetta hanno l’opportunità di crescere in un ambiente sano e attento alle loro esigenze, che fornisca un tetto sopra la testa, cibo, abiti, assistenza sanitaria e psicologica e la possibilità di formarsi e studiare, in pratica tutto ciò che dovrebbe offrire loro una famiglia. Sono ragazzi che senza Mangoes Home rischierebbero di vivere in strada e cadere vittime di quei pericoli che noi tutti ben intuiamo.
Cogliendo l’opportunità della promozione del suo libro “Storie che vi devo raccontare. La mia avventura umana” edito da Mondadori, Kabir ci dedicherà degli incontri durante i quali, oltre a raccontarci le tappe salienti del suo percorso di vita, presenterà al pubblico la nostra ONG, dedicando ampio spazio a Mangoes Home e alla necessità di sostenere questi ragazzi, affinché diventino adulti economicamente autonomi e consapevoli.
Il primo appuntamento si svolgerà il 7 giugno a Milano, presso il ristorante Spica in Via Melzo 9 nel cuore della movida milanese di Porta Venezia, dove Kabir ci condurrà dalle 18.30 in un viaggio nel suo percorso di vita e al contempo, grazie a un aperitivo con specialità multietniche, tra le cucine del mondo.
L’8 giugno invece, dopo una presentazione del libro nelle sale comunali di Sona (VR) prevista per le ore 17.00, incontrerà i fan cresciuti nel mito di Sandokan in una festa a lui dedicata nel borgo medioevale di Soave, sempre nel veronese, Comune recentemente eletto il “Borgo dei Borghi” e che si appresterà a far assaporare a Kabir il sapore di una vera e propria “festa di popolo”: festa nel parco, musica, buon vino, risottata e tanta allegria (Parco della Rimembranza, ore 20.00).
Il 9 giugno invece incontrerà gli amici nella magnifica cornice dei Colli Euganei, nell’Abbazia di Praglia, in provincia di Padova, che ancora oggi mantiene pienamente la tradizione monastica votata all’accoglienza. Verremo infatti accolti, a partire dalle 18.30, nell’antico monastero benedettino e, dopo una visita a questo luogo ricco di spiritualità e storia, avremo modo di trascorrere assieme del tempo, godendo di un ottimo e luculliano aperitivo, nel giardino dell’Abbazia.
Il 10 giugno sarà per Kabir una giornata ricca di appuntamenti: alle 11.00 sarà ospite dei Viticoltori Ponte a Ponte di Piave (TV), per una visita alla cantina e per incontrare i trevigiani che avranno piacere a trascorrere del tempo con lui accompagnati da dell’ottimo vino. Alla sera invece, alle 19.00, ci attenderà per salpare con lui a Fusina (VE), a bordo di una barca per un’esperienza unica alla volta della Laguna di Venezia. Durante la navigazione sarà servita una cena tipica veneziana a base di pesce e, a creare un’atmosfera ancor più magica e suggestiva, ci penseranno gli abili jazzisti Enrico Pagnin e Stefano Ottogallo.
Le tappe di Sona, Soave e Ponte di Piave saranno a ingresso libero, invece per gli incontri a Milano, Praglia e Venezia è necessaria la prenotazione (telefonare al numero 041 2443292 o scrivere una e-mail a info@careshare.org)'.

In precedenza, l'attore interverrà al concerto degli Oliver Onions in cartellone il 6 giugno a Milano al Teatro Arcimboldi.



28 maggio 2022

GEETANJALI SHREE VINCE L'INTERNATIONAL BOOKER PRIZE 2022


L'International Booker Prize 2022 è stato conferito a Geetanjali Shree per il romanzo Ret Samadhi (2018), in lingua hindi, tradotto in inglese da Daisy Rockwell (titolo Tomb of Sand). In Italia verrà pubblicato il 19 gennaio 2024 da Solferino col titolo Ret Samādhi - Oltre la frontiera. Ret Samadhi è la prima opera hindi selezionata dall'International Booker Prize, e la prima in una lingua indiana ad aggiudicarselo. Nel comunicato ufficiale, si legge: 'Tomb of Sand is the first book originally written in any Indian language to win the International Booker Prize, and the first novel translated from Hindi to be recognised by the award. Set in northern India, the novel follows the adventures of an 80-year-old woman who unexpectedly gains a new, and highly unconventional, lease of life. The result is a book that is engaging, funny and utterly original, at the same time as being an urgent and timely protest against the destructive impact of borders and boundaries - whether between religions, countries or genders' [Geetanjali Shree] "This is not just about me, the individual. I represent a language and culture and this recognition brings into larger purview the entire world of Hindi literature in particular and Indian literature as a whole".' 

L'International Booker Prize, che non va confuso con il Booker Prize, premia il miglior romanzo non in lingua inglese, tradotto in inglese e pubblicato nel Regno Unito o in Irlanda. L'autore vince 50.000 sterline, da dividere con il traduttore. Quanto al Booker Prize, gli autori indiani (o di origine indiana) che hanno conquistato sino ad oggi il prestigioso premio sono V.S. Naipaul (In uno Stato libero, 1971), Salman Rushdie (I figli della mezzanotte, 1981), Arundhati Roy (Il dio delle piccole cose, 1997), Kiran Desai (Eredi della sconfitta, 2006) e Aravind Adiga (La tigre bianca, 2008). I figli della mezzanotte si è aggiudicato anche il Booker of Bookers Prize nel 1993 per il 25esimo anniversario del premio, e il Best of Booker nel 2008 per il 40esimo.


Ret Samadhi

RASSEGNA STAMPA/VIDEO (aggiornata al 13 febbraio 2024)

- Stirring the plot: A Wknd interview with author Geetanjali Shree, Poonam Saxena, Hindustan Times, 18 marzo 2022:
'A brilliant, celebrated Hindi writer, with five novels and five short-story collections to her credit, Shree’s latest and fifth novel Ret Samadhi, translated into English as Tomb of Sand by American translator and writer Daisy Rockwell, has been longlisted for the International Booker Prize (alongside 12 other books). It is the first novel translated from Hindi to be in the running for the prestigious award. Shree has made literary history. When the book’s UK publishers (...) sent her word two days before the public announcement of the list, Shree says she didn’t quite grasp the implication. “I was pleased, of course,” she says. “But I was a bit detached.” Gradually, as the news sank in, she began to feel humbled and grateful. (...) “Can anyone claim this is the only Hindi work worthy of honour? Of course not. But I feel a sense of wonderment about my own work, that so many people, sitting so far away, have read the book and liked it.” She’s not thinking of whether she’ll win or not. She’s not in any race, she says. “Something wonderful has happened to me. For me, it’s a proud Hindi moment. Let’s leave it at that.”
At a hefty 700-plus pages, Ret Samadhi / Tomb of Sand is the story of an 80-year-old Indian woman who loses her husband, turns her back on her life and her family, and travels to Pakistan, to her pre-Partition past. That description cannot begin to do justice to the complexity of the story and characters, or to the novel’s unique literary style. Some chapters, for instance, are just a single sentence; in another chapter, a single sentence stretches over three pages. An interviewer described the varying lengths as reminiscent of an ECG graph. And then there’s the way Shree uses words, creating an almost musical rhythm, pairing words that roll into one another; pairing others that sound the same but mean completely different things.
This also makes Ret Samadhi / Tomb of Sand a demanding read, and an extremely challenging book to translate. “Why must a book be easy to read?” Shree says. “I enjoy the audio quality of language, I enjoy turns of phrase. Language is all about breath, not just easy breathing but fun breathing, different kinds of breathing. But you can’t have erratic breathing which will make you collapse. There has to be balance. Often language is treated as just the carrier of ideas, of the story. For me, language has its own presence and independent personality.”

Geetanjali Shree e Daisy Rockwell

When Ret Samadhi was first released, in 2019, Shree sent a copy to French translator Annie Montaut, who translated Shree’s 1993 novel, Mai. As soon as she read the book, Montaut announced she was going to translate it. “She found a publisher. I never even met them,” says Shree. “It was shortlisted for the Emile Guimet prize in 2021, which was wonderful. Both Annie and Daisy asked me such detailed questions about the book, I had to research myself and my book often, to answer them.” Daisy’s translation is a tour de force, all the more remarkable since Shree and she have never met.
Shree’s journey as a Hindi writer probably began when she was still a child, growing up in small towns across Uttar Pradesh, picking up Hindi in many registers - sophisticated (...) poetry meets, the street, children’s magazines; but most of all, her mother. “I always spoke to my mother in Hindi. My Hindi was nurtured by her,” she says. “When I went away to college in Delhi, I wrote long letters to her in Hindi. She’s 96 today and she’s picked up enough English, but it’s not her comfortable language.” When Shree started writing, she dabbled in English at first, but soon realised that Hindi was the language she wanted to express herself in. The question she is still asked most often, she says, is: Why do you write in Hindi (the unsaid rest of the question being, “when you could very well write in English”). “This could only happen in an ex-colonial country,” she says. “Here, people can say, ‘Oh, I can’t read Hindi’ or ‘Hindi is so difficult,’ without being embarrassed or ashamed in the least. In fact, some say it with pride.” She pauses, then adds, “English is the language of power, it’s the link language of the world and you must learn it by all means. But that doesn’t mean one should be ignorant of one’s own rich lineage, or be proud of that ignorance!”
Shree’s first few stories were published in the 1980s, in the prestigious Hindi literary journal Hans. Like many writers, she says she needs absolute peace and solitude to write. She and her academic husband lead quiet lives in Delhi. She often escapes to write, sometimes retreating to a rubber plantation in Kerala, sometimes to writers’ residencies abroad. Shree has just completed her sixth novel Sah-Sa (which Hindi readers will recognise as a play on the words sahsa or suddenly; sah or together; saha, to endure; and sa or like). (...) She hasn’t sent it to the publisher yet. Why the hesitancy? “Maybe it’s the Covid years. Maybe the world feels like it’s turning upside down,” she says. “Is there a tomorrow? Is the world going to reinvent itself or are we heading towards doom? I’ll send the manuscript to the publisher when I feel ready”.'


- Recensione, Shree Thaarshini Sriraman e Vighnesh Hampapura, Scroll, 23 aprile 2022. Più che una recensione, il pezzo è un'analisi. Di seguito riporto un estratto, ma vi consiglio di leggere il testo integrale:
'This novel (...) does not believe in “100 percent exactness,” and cannot be described in its entirety with exactitude. (...) Whoever the character and whatever the scene, the novel writes us heightened and thickened descriptions of the conventional and unconventional business of being (in) a family. But this isn’t some sort of a character-oriented, plot-driven novel. Family is only one character, and Tomb of Sand is a fable too. This story sprawls across “anything and everything” you could imagine, and also all the things you never could. (...) Inanimate entities are full of life too. (...) And Tomb of Sand cares for every story it encounters, giving generous attention to sunlight, glimpsing conversations, canes, (...) party chatter - all tailing into the wandering river of the tale and blending in. People intertwine with things intertwine with ideas. (...) Not once does it seem like these connections are contrived. The novel’s roving eye instead picks up all the infinite ways in which the world intersects, and its wild tendency toward free association loosens the borders with which we frame the world, inviting us to open up new possibilities of contact between its anythings and everythings. (...) The links are tenuous, volatile, and unpredictable. (...) All zig, all zag, those are the styles of the novel. The modes and the moods change together. (...) The razzmatazz of the novel is not in the drastic alterations of its style across the three parts, but the brazen amendments of its voice with every chapter and sometimes within the very chapter. The story, that is, is not delivered to us in a single genre or approach. There is a speech, two monologues, a complaint, a mental letter (...), a single-sentence paragraph running for pages - apart from all the other bizarre approaches through which the novel unravels its ideas. (...) Tomb of Sand cares little to ask: “which is reality and which is make-believe?” (...) And a strange “I” enters again and again and again (that is, thrice), (...) who casually takes over from the third-person omniscient narrator like a breeze flips a curtain, scattering an insight here and a comment there in first-person. No justifications, no explanations, and we never question why. Probability and relevance are irrelevant; irreverence reigns (in and over) the narration. (...) Shree is a great withholder of plot in Tomb of Sand, giving us instead snippets from associated events that aid us to glean an impression of what might have transpired. Perhaps that is why metaphors are so central to the novel: the simplest of details are delivered through them. (...) Writer is genius, translator ingenious. Daisy Rockwell: grazie, rockstar! (...) Tomb of Sand asks us to cross borders ceaselessly'.


- Video: premiazione
- Video: dichiarazioni della giuria
- International Booker Prize 2022, vince Geetanjali Shree, Corriere della Sera, 27 maggio 2022:
'La proclamazione è avvenuta durante una cerimonia a Londra: la giuria ha definito l’opera «estremamente esuberante e incredibilmente giocosa». [Geetanjali] Shree (1957) ha battuto la favorita della vigilia, la polacca Olga Tokarczuk, Premio Nobel della Letteratura 2018. (...) «Non avrei mai sognato di ricevere il Booker, non avrei mai pensato di poterlo fare», ha dichiarato Shree. «È un riconoscimento enorme. Sono stupita, felice, onorata». Shree è autrice di tre romanzi e di diverse raccolte di racconti, anche se Tomb of sand è il primo dei suoi libri a essere pubblicato nel Regno Unito. La traduttrice Rockwell (...) ha tradotto diverse opere della letteratura hindi e urdu. Tomb of Sand, lungo 725 pagine, racconta la storia di una donna di 80 anni che, dopo la morte del marito, cade in una profonda depressione e poi riemerge per ritrovare la vita. L’anziana decide di andare in Pakistan per affrontare il trauma irrisolto della sua esperienza adolescenziale durante la «Partizione». (...) Il viaggio è l’occasione per rivalutare il significato dell’essere madre, figlia, donna e femminista. (...) Frank Wynne, presidente della giuria del premio 2022, ha definito il libro «straordinariamente divertente, enormemente coinvolgente, affascinante e leggero, nonostante gli argomenti trattati».'


- Shree: «La mia India al di là di tutti confini», intervista concessa dalla scrittrice a Eugenio Giannetta, Avvenire, 13 febbraio 2024:
'Il romanzo può essere letto come una protesta contro l’impatto distruttivo dei confini, tra religioni, Paesi e generi.
Sì, certo. Una delle maggiori preoccupazioni del romanzo riguarda tutti i tipi di confini che affliggono la vita umana. Una realtà inevitabile: i confini possono esserci, ma per chiarire e definire una forma, per rendere conveniente lo scambio, non per dividere e scatenare ostilità. Il romanzo è un appello secondo cui, invece di esserci muri che chiudono fuori, i confini dovrebbero essere ponti che collegano.
Nel suo libro parla anche di depressione. Il tema della salute mentale è oggi argomento che merita sempre più attenzione.
La depressione non è che un sintomo di un malessere più ampio. Il mondo di oggi è pieno di cause che portano alla depressione. Sfortunatamente, di conseguenza, la salute mentale richiede un’attenzione sempre maggiore.
Si parla poi di lutto e identità.
La prima delle tre sezioni di Oltre la frontiera può essere letta come una meditazione sul lutto. La seconda sezione, dopo la liberazione dal lutto prolungato, è una celebrazione del miracolo chiamato vita. Ma anche quel miracolo (...) è segnato da un lutto successivo, che è più traumatizzante di quello della prima parte. E nell’ultima sezione arriva la morte eroica dell’anziano protagonista che getta nel lutto anche gli uccelli. Per quanto significativi e commoventi siano questi atti intermittenti di lutto, c’è anche un lutto più ampio e duraturo che attraversa l’intera narrazione, di un ordine mondiale pluralistico, ricco e diversificato che lentamente perde terreno. Trattandosi di una perdita profondamente personale e di civiltà, questo lutto è anche una consacrazione e un’iconizzazione dell’entità defunta o in partenza. Una consacrazione che potrebbe ispirare le generazioni future a ripristinare quel mondo che sta scomparendo.
Questo libro potrebbe essere anche un’occasione per ridefinire alcuni significati come l’essere madre, figlia, donna?
Nella finzione non mi propongo alcuna rivalutazione consapevole. Anche nel caso in cui scrivo su temi simili a quelli di cui ho già scritto, il mio scopo è sempre quello di esplorarli di nuovo. L’esplorazione però è umana e artistica, non accademica, e apre un’esperienza ma non cerca di dare risposte.
Parlando di stile e linguaggio: il libro alterna una sorta di flusso di coscienza a capitoli brevi di poche righe, con un tono di fondo umoristico nonostante la complessità dei temi affrontati.
Nel discorso di accettazione alla cerimonia dell’International Booker Prize ho descritto il romanzo come un’elegia ridente. Eppure, nella mia narrativa c’è poco di premeditato e pre-progettato. Né il tema né il modo di trattarlo sono decisi in anticipo. L’opera sviluppa la propria dinamica e sceglie la sua andatura, la via da seguire.
Che momento stanno vivendo la letteratura hindi e indiana?
La letteratura hindi, con altre letterature in lingua indiana, sta attraversando una fase vibrante. Stanno emergendo nuove voci, audaci, innovative e senza paura.
Nella sua intervista per il Booker Prize ammette di non aver mai finito Il nome della rosa. Pensa che lo finirà? Altri italiani che ha letto o vorrebbe leggere?
Sono una grande sostenitrice della serendipità. Non so dire quando Il nome della rosa mi richiamerà. Adoro Il Barone Rampante di Italo Calvino e altri. Non tenterò nemmeno di raccontare ciò che Primo Levi mi ha insegnato. Ricordo Pirandello dai tempi di quand’ero studentessa. Elena Ferrante è una fonte di ispirazione, ma la mia lettura è casuale e ho molto altro da leggere. L’Italia è ricca culturalmente e non si può che trarre beneficio da un legame più profondo con essa. (...)
La spartizione del 1947 quanto ha influenzato e quanto influenza ancora sistemi politici e popoli?
Nel dispiegarsi del suo impatto, la spartizione catastrofica del 1947 è un evento continuo. La ferocia dell’impatto varia nel tempo, ma la spartizione non cessa mai di essere una presenza sempre minacciosa. Gli effetti di divisione purtroppo continuano a manifestarsi in modi nuovi e diversi. Il momento attuale è particolarmente preoccupante, soprattutto per gli sviluppi in India e Pakistan. (...) Tanto altro sta ribollendo e aspettando di esplodere. Le persone combattono non solo per i confini nazionali ma anche per molti altri, che sono diventati motivo di preoccupazione nel romanzo. E, naturalmente, siamo impegnati a ribaltare il confine del nostro ambiente e dell’intero pianeta a suo e nostro danno'.




26 maggio 2022

BIENNALE ARTE 2022


La 59esima edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte si svolge a Venezia dal 23 aprile al 27 novembre 2022. L'India non ha allestito un suo padiglione, però, leggendo l'articolo Venice Biennale: In its 59th edition, the event celebrates diversity in every sphere (di Cristina Kiran Piotti, pubblicato da Architectural Digest India il 10 maggio 2022), scopriamo che alcune pregevoli opere di blasonati artisti indiani (o di origine indiana) sono comunque in mostra, anche nell'ambito di eventi collaterali. In dettaglio:

* Giardini: opere di Mrinalini Mukherjee (Rudra, 1982; Vanshree, 1994; Devi, 1982) e di Prabhakar Pachpute (Unfolding of the remains-II, 2022; The underground nest over the dune-II, 2022) selezionate da Cecilia Alemani, curatrice della Biennale; 
* Padiglione Oman: opere di Radhika Khimji; 
* Ca’ Pesaro: mostra Palazzo della Memoria di Raqib Shaw. Nel comunicato ufficiale si legge: 'Le dodici opere di Raqib Shaw realizzate nel corso degli ultimi due anni si collocano in un progetto site specific nelle sale di Ca’ Pesaro, con luminosi richiami alla tradizione pittorica italiana e veneziana, con ispirazioni da Tintoretto, Giorgione, Pannini e altri, per riflettere sulla perdita della patria e sulla condizione dell’esilio. Raqib Shaw, che è cresciuto in Kashmir e vive attualmente a Londra, crea dipinti estremamente elaborati e minuziosamente dettagliati che rappresentano mondi paralleli e visionari pervasi da un significato profondamente personale e psicologico. Spesso monumentali nelle dimensioni, le opere uniscono influenze ibride, facendo confluire tempo e spazio per attraversare paesaggi, stagioni, miti ed epoche. Nella sua nuova serie di lavori, Shaw trasfigura il proprio giardino a sud di Londra in uno sfondo verdeggiante per l’ormai perduto mondo del Kashmir e per il paradiso immaginario di un paesaggio infantile venato dalla malinconia dell’esilio';
* Conservatorio Benedetto Marcello: opere della serie The Intermediaries (2019) di Bharti Kher nell'ambito della mostra Uncombed, Unforeseen, Unconstrained;
* Belmond Hotel Cipriani: Cooking the World di Subodh Gupta;
* Gallerie dell'Accademia e Palazzo Manfrin: vi avevo già segnalato la grande mostra dedicata ad Anish Kapoor (clicca qui).


Mrinalini Mukherjee: (da sinistra) Rudra, 1982; Vanshree, 1994; Devi, 1982

Prabhakar Pachpute: Unfolding of the remains-II, 2022; (scultura) The underground nest over the dune-II, 2022 

Radhika Khimji: Under, Inner, Under, 2022

Radhika Khimji: Under, Inner, Under, 2022

Raqib Shaw: La Tempesta (after Giorgione), 2019-2021

Bharti Kher: The Intermediaries, 2019

Subodh Gupta: Cooking the World

Subodh Gupta: Cooking the World


22 maggio 2022

AISHWARYA RAI AL FESTIVAL DI CANNES 2022


Vedi anche:
- Aishwarya Rai al Festival di Cannes 2002, con i link a tutti i testi dedicati alle partecipazioni di Ash alla manifestazione

* PROIEZIONE DI TOP GUN - MAVERICK

Abito di Dolce & Gabbana. 
- Tutti i look di Cannes, dal pancione di Adriana Lima a Bollywood, Anna Lupini, La Repubblica, 18 maggio 2022: 'Al minimalismo dell'attrice italiana, risponde splendidamente la star di Bollywood Aishwarya Rai Bachchan con un abito di seta nera su misura con fiori multicolori fatti a mano che cadevano a cascata per tutta la lunghezza, opera di Dolce & Gabbana. Il look era completato da orecchini in oro bianco e giallo con tormaline "Rubellite", zaffiri blu e diamanti e un anello in oro giallo e bianco con tormaline "Rubellite" e diamanti'.
- Video Brut India





















* PRIMA DI ARMAGEDDON TIME

Abito di Gaurav Gupta.
- Video Getty
- Video Getty
- Video Brut India
- Video L'Oréal










Aishwarya Rai e Thierry Frémaux


















* SESSIONE FOTOGRAFICA L'OREAL E INTERVISTE

Abito di Valentino.
- Video Film Companion: intervista
- Video Elle: intervista



* EVENTO L'OREAL: 25 ANNI DI COLLABORAZIONE CON IL FESTIVAL DI CANNES  

Abito di Dolce & Gabbana.
- Video: arrivo all'evento (con Abhishek Bachchan)
- Video con Abhishek Bachchan ed Eva Longoria
- Video con Eva Longoria


* A SPASSO PER CANNES


* IN AEROPORTO