31 dicembre 2024

GIFFONI FILM FESTIVAL 2024


La 54esima edizione del Giffoni Film Festival si è svolta dal 19 al 28 luglio 2024. In cartellone il documentario Until I fly, coproduzione indo-francese diretta da Kanishka Sonthalia e Siddesh Shetty, e Parikrama, coproduzione indo-italiana diretta da Goutam Ghose e interpretata (fra gli altri) da Chitrangada Singh. Nel sito ufficiale della manifestazione si legge:


'Ad aprire l’anteprima assoluta di Parikrama - La storia di Lala di Goutam Ghose è l’ideatore e fondatore del festival Claudio Gubitosi «Noi vediamo film che narrano storie e poi ci sono storie che diventano film». Il film, infatti, nasce dal libro di Sergio Scapagnini “La storia di Lala” che ha affascinato il regista Goutam Ghose (unico regista indiano ad aver ricevuto il Premio “Vittorio De Sica” alla carriera). Lala, in particolare cattura l’attenzione di Ghose, è un simbolo di forza e resilienza, un ragazzino che fa di tutto per cercare di aiutar la sua famiglia. L’altro protagonista del film è Alessandro, un regista italiano che realizza film su questioni ambientali, le storie dei due si intrecciano nel viaggio in India del regista. L’opera non vuole essere il tipico film sugli occidentali in India, al contrario mostra come l’umanità sia una. In sala Galileo l'Ambasciatrice dell'India H.E. Vani Rao sottolinea che onore è per lei presentare la prima co-produzione indo-italiana riconosciuta nell'accordo intergovernativo "Audio Visual Co-Production Agreement between India and Italy" e che vede il nostro Ministero della Cultura e la Regione Campania, il Ministry of Information and Broadcasting e il Ministry of Tourism of Madhya Pradesh compartecipi per la realizzazione del film. Ospiti del Giffoni #54 sono gli attori e il regista che hanno lavorato a Parikrama - La storia di Lala. Marco Leonardi, Cristina Donadio, Enzo Decaro, il produttore Sergio Scapagnini e il regista Goutam Ghose onorano il festival della loro presenza. Cristina Donadio, interprete della madre di Alessandro, racconta di come la preparazione sia stato un viaggio complesso e meraviglioso «ancora adesso se penso agli occhi di Lala mi commuovo». Marco Leonardi definisce il film un’opera spirituale, rappresenta, infatti, il pellegrinaggio più grande del mondo su un fiume sacro oggi deviato dalle dighe. L’India è stata dilaniata dalle dighe e il protagonista Alessandro non può fare a meno di adirarsi alla vista di tanta mostruosità. Enzo Decaro descrive il film come in grado di unire il mondo letterario di Scapagnini e quello cinematografico di Ghose. «Lala è l’archetipo totale di fede, coraggio e sorridente ottimismo» racconta, infine, Sergio Scapagnini'.


Vi segnalo anche l'articolo Giffoni Film Festival, presentato in anteprima “Parikrama” con Marco Leonardi, Ilaria Cotarella, Il Mattino, 22 luglio 2024:
'«Questa storia viene fuori grazie a Sergio Scapagnini che ha ben pensato fosse una buona sceneggiatura per un film. Ci sono molti italiani che restano affascinati dall'India e che ci vengono per motivi di lavoro. Al di là delle differenze culturali io credo che gli esseri umani siano tutti uguali» ha affermato il regista Ghose, «È una pellicola di emozioni e di sogni. Credo che dentro ci sia anche un'esortazione ad amare tutti coloro che ci circondano». «La preparazione di questo film è stata complicata ma è stato un viaggio meraviglioso. Se penso agli occhi di Lala, il protagonista, ancora mi commuovo», ha affermato Cristina Donadio, «Io interpreto la mamma del regista, autenticamente dolce ed autoritaria allo stesso tempo. Sono orgogliosa di aver fatto parte di questo film, invito tutti ad andare a vederlo quando uscirà», ha concluso. «Scapagnini mi ha voluto nel suo film perchè ho interpretato Maradona», ha commentato ironicamente Marco Leonardi, «La sceneggiatura del film non mi è arrivata subito e quindi ho trascorso molto tempo a dialogare con Sergio, perchè volevo capire e soprattutto perchè mi interessava sapere il motivo del suo amore per l'India, che lo stesso protagonista ha. Ho pensato, a tratti, di interpretare Scapagnini perchè lui è stato tanti anni lì. Ha realizzato molte cose lì. Alex, il protagonista, ritorna in India per capire il progresso come abbia agito sui villaggi di contadini. Il progresso tanto offre, quanto toglie», ha sottolineato Leonardi.'

Giffoni Film Festival: al centro, Goutam Ghose


Lo scorso 7 dicembre Parikrama è stato proiettato al Kolkata International Film Festival. La pellicola dovrebbe essere distribuita nelle nostre sale nei primi mesi del 2025.
Nel corso della sua luminosa carriera, Goutam Ghose ha collezionato una quantità criminale di National Film Award (fra gli altri). Numerosi e importanti i legami con l'Italia: 
* nel 1984 Paar viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, Naseeruddin Shah vince il premio per il miglior attore; 
* nel 1994 Patang è in cartellone al Taormina Film Fest, Shabana Azmi conquista il premio per la miglior attrice; 
* nel film del 1995 Vrindavan Film Studios, coproduzione italo-indiana diretta da Lamberto Lambertini, Ghose interpreta se stesso. Nel cast, fra gli altri, Sonali Kulkarni, Soumitra Chatterjee ed Enzo Decaro. Sergio Scapagnini collabora alla produzione;
* nel 2004 il documentario Impermanence, coproduzione indo-italiana, viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Cinema Digitale;
* nel 2006 Ghose viene insignito dell'Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.

Goutam Ghose e Sergio Scapagnini, Kolkata, dicembre 2024

Nel corso del festival è stato consegnato al regista Ackshaj Anand il premio per il miglior film assegnato dalla rassegna Giffoni Shock (la cui prima edizione si era svolta dal 16 al 20 aprile 2024) al cortometraggio di animazione That doesn't fit (visionabile qui). Nel sito ufficiale del festival si legge:

Ackshaj Anand

'È appena arrivato dall’India e, con i suoi appena 23 anni e un entusiasmo che contagia i giffoner +18, il regista Ackshaj Anand riceve il premio Giffoni Shock, un concorso per opere sperimentali alla sua prima edizione, con il cortometraggio “That doesn’t fit”. “Sono felice di essere qui. Questo è il mio primissimo film - dice - E questa è la mia prima volta in Italia”. E racconta di aver deciso di “partecipare a Giffoni Shock perché mi piaceva Giffoni - spiega - ma anche perché, sebbene il mio corto non si rivolga solo a un pubblico giovane ma a un pubblico di ogni età, mi faceva piacere condividerlo con i ragazzi per dire loro di non essere come gli altri, di non seguire regole precostituite, ma di essere semplicemente se stessi”. Il corto incanta i giffoner nella sala verde a dispetto della sensazione di disagio continuo rappresentata nel film. “Si tratta di scene di vita che nel corso della mia crescita ho osservato e vissuto - spiega Anand - Mi sono basato su cose della vita fatte e vissute senza neanche un perché”. E spiega: “Ho sempre frequentato gruppi di persone molto diversi e non mi sono sentito mai membro di ognuno di quei gruppi. Però va bene così perché non bisogna necessariamente provare un senso di appartenenza”. Insomma, ribadisce, “il corto nasce dal senso di frustrazione che provo ogni giorno quando non riesco a fare quello che voglio”. 
Appassionato di manga e anime, Anand racconta: “Fino a cinque anni fa non avevo idea di cosa volevo fare. Poi, a 18 anni ho iniziato a capire di avere una passione. All’inizio ho cominciato a fare schizzi sui quaderni e ho iniziato a capire dove mi poteva portare questa passione”. Quei quaderni Anand li ha portati con sé dalla sua India per permettere ai ragazzi di sfogliarli. Del resto, lo stesso storyboard del corto è stato fatto tutto su carta. E non solo: “A parte la postproduzione - racconta - ho fatto tutto da solo. Ci sono voluti circa sei mesi. Ho fatto tutto un passo alla volta. Quindi - dice ai ragazzi - tutti potete riuscire a fare un lavoro del genere”. Non mancano, in risposta alle numerose curiosità dei giffoner, le spiegazioni su alcune scene del corto: “La scena dei pezzi del puzzle che si uniscono nasce dal fatto che alla fine c’è sempre qualcosa che non va. Credo sia la rappresentazione di quello che siamo anche quando ci troviamo in situazioni con gente che conosciamo, perché non riusciamo mai a sentirci inseriti in un contesto al cento per cento”. Quanto alla scelta dei colori, “c’è un preciso schema: da un lato verde e blu, dall’altro lato il giallo. E poi ho voluto riprendere anche la vivacità di alcune strisce di fumetti che hanno colori così forti e vividi”. Ma quanto all’ispirazione, confessa che “sebbene cresciuto più con anime e manga”, ha tratto ispirazione “da artisti di tutto il mondo”. Ricevuto il premio Giffoni Shock e incassati i complimenti entusiasti della sala, il giovane regista indiano parla dei suoi progetti futuri: “Vorrei continuare con l’animazione. Questo è stato il mio primissimo film, spero di poterne fare tanti altri”.'


30 dicembre 2024

JANICE PARIAT: TUTTO CIÒ CHE LA LUCE TOCCA


Nel giugno 2024 è stato distribuito nelle librerie italiane Tutto ciò che la luce tocca, romanzo di Janice Pariat pubblicato da Adriano Salani Editore. Nella seconda metà di settembre la scrittrice era in Italia (Milano, Pordenone, Rovereto, Vicenza, Roma) per presentare l'opera.  

'Come è nata l’idea del tuo libro, Tutto ciò che la luce tocca?
Ho impiegato 10 anni a scrivere questo libro. Quindi è stato un processo molto lungo che è iniziato quando un giorno mi trovavo a Salisbury, nel Regno Unito, in un giardino bellissimo dove c’era una mostra sulle donne botaniste dell’epoca vittoriana ed eduardiana che mi ha molto appassionato. Lì ho scoperto la vita di queste donne che per l’epoca era un po’ “indisciplinata”, viaggiavano, amavano raccogliere le piante, dipingevano... Insomma facevano una serie di cose considerate inusuali per le donne di quel periodo. Le loro vite mi hanno molto ispirato. Così, ho immaginato l’esistenza di una giovane botanista dell’Inghilterra edoardiana che intraprende un viaggio in nave fino all’India per cercare qualcosa. Ho scritto questo libro proprio per scoprire che cosa questa giovane donna stesse cercando in India. Il romanzo inizia infatti così.

Cosa hanno in comune i tre protagonisti del tuo romanzo, Shai, Evelyn e Goethe, così diversi tra loro?
Tutti i protagonisti hanno in comune un grande amore per la natura. Linneo e Goethe sono molto diversi e hanno visioni molto diverse, però condividono l’interesse per gli organismi naturali. I personaggi hanno in comune anche il fatto di muoversi, di essere in viaggio, non solo fisico ma anche interiore. Si chiedono chi sono, vogliono sapere qual è il loro posto nel mondo. Per esempio, Linneo non è un grande amante dei viaggi, però anche lui, come gli altri è alla ricerca di qualcosa. Il mio è un libro sulla fluidità, quindi i personaggi devono essere fluidi, devono muoversi. Un altro aspetto che li accomuna è di essere lontani dalle loro famiglie biologiche, perché in realtà sono alla ricerca della loro famiglia, al di là dei legami di sangue, cioè sono alla ricerca di persone che li comprendano e sostengano. Tutti i miei protagonisti alla fine le trovano e in questa ricerca degli altri trovano anche se stessi.

Janice Pariat

Ci spieghi che cos’è il Diengiei e cosa simboleggia nel romanzo?
Tutti i personaggi del mio libro sono alla ricerca di una versione migliore e vera di se stessi. Questo proviene da un’idea che ha influenzato Goethe e che è stata elaborata da Spinoza, cioè tutte le persone sono mosse in un certo senso dal desiderio di essere una versione migliore di sé. È come se tutti gli individui si muovessero lungo una stessa traiettoria, spinti dal medesimo fine. Il Diengiei è un albero mitologico che simboleggia appunto la perfezione, un’idea che però non si realizza e concretizza mai. Perciò, questa pianta rimane mitica, perché non esiste nulla di perfetto e impeccabile. Ciò che è importante non è arrivare alla meta, quanto compiere questo viaggio alla ricerca di una versione migliore di sé. La pianta simboleggia la perfezione, l’unità.

Il Diengiei corrisponde alla pianta originaria di Goethe?
Nel libro c’è la contrapposizione tra la pianta originaria di Goethe e il Diengiei indiano, nel senso che quest’ultimo funge da ponte tra il poeta tedesco e la scienza indiana. Ma la pianta originaria di Goethe e il Diengiei si legano nel contrapporsi alla scienza occidentale.

Hai visitato gli orti botanici di Padova e Palermo che hanno ispirato Goethe?
Purtroppo non sono riuscita a visitare l’orto botanico di Padova. Avrei voluto tanto vedere la palma che ha ispirato Goethe, ma quando avevo pianificato di andarci, mentre mi trovavo a Roma nel marzo 2020, è scoppiato il Covid, c’è stato il lockdown e sono rimasta bloccata lì. Ho visitato però altri luoghi dove è stato Goethe, specialmente a Roma, e in un’altra occasione sono stata all’orto botanico di Palermo.

Sei un’appassionata di botanica?
Assolutamente sì. Ma avendo scelto un percorso umanistico, ho dovuto abbandonare lo studio della botanica. Però, durante la pandemia ho riscoperto il legame con la natura e con le piante, perché ho trascorso il lockdown in un appartamento con un piccolo giardino che è stata anche la mia fonte di sostentamento, mi ha nutrito. Mi sono presa cura delle piante e le piante si sono prese cura di me. In un certo senso è come se la natura fosse ritornata nella mia vita, proprio nel momento in cui stavo scrivendo il libro. C’è stata una sorta di relazione binaria, la natura è tornata da me e io ho riscoperto la natura. Ovviamente sono un giardiniere che sta ancora imparando a prendersi cura delle piante, ma quando ci si occupa di loro non si smette mai di imparare'.

29 dicembre 2024

TRIPTI DIMRI IN ITALIA


Nel giugno 2024 l'attrice indiana Tripti Dimri era in vacanza in Costiera Amalfitana. Video.









ANANYA PANDAY A MILANO: EVENTO SWAROVSKI



Il 16 giugno 2024 il marchio Swarovski ha inaugurato a Milano la mostra Masters of Light, allestita presso il Palazzo Citterio. Ananya Panday, testimonial di Swarovski, ha presenziato all'evento.
Video ufficiale
Video Mid-Day







Ananya Panday e Gwyneth Paltrow








VAJRA CHANDRASEKERA VINCE IL PREMIO NEBULA 2024


L'8 giugno 2024 sono stati resi noti i vincitori dei prestigiosi premi Nebula. The Saint of Bright Doors dello scrittore srilankese Vajra Chandrasekera si è aggiudicato l'ambitissimo premio per il miglior romanzo - e non potrei essere più felice. Ma non è tutto. The Saint of Bright Doors, finalista anche ai prestigiosi premi Hugo, ha conquistato, fra gli altri, il premio della rinomata rivista di fantascienza Locus per la migliore opera prima (in precedenza Chandrasekera aveva pubblicato racconti).

Vi segnalo la recensione di Jake Casella Brookins, pubblicata da Locus l'11 ottobre 2023:
'Truly superb books - ones that are complete, that are organic, that invite themselves into your brain fully formed and transport you somewhere else, that leave you humming and staring and obsessed, that leave characters and images and ideas hard-printed among your own memories - are hard to talk about. It’s hard to talk about Vajra Chandrasekera’s The Saint of Bright Doors
Well, let’s begin with the simple bits. A secondary-world fantasy, the novel follows Fetter, a boy with strange gifts - shadowless, able to see demons, able to slip off gravity like a loose robe. Born to a (not the) messiah, Fetter is trained by his mother - herself something of a potent magician - to kill his own father, and take apart his entire religion. But at some point in his youth Fetter walks away from his patricidal mission, moves to the city, begins a new life. Joins a support group for other former Chosen Ones. There, in Luriat, the city of the titular bright doors, Fetter begins to discover who he really is, who he really wants to be - and finds himself caught up in a complicated mesh of revolution, scientific inquiry, and the strange and ground-shaking truth of his world. (...)


The Saint of Bright Doors starts in a clearly mythic, fantastic mode; twenty pages in Fetter is using dating apps, discussing crowdfunding campaigns. The supernatural elements persist, become deeper and stranger, even as Fetter’s world is revealed to be about the same as our contemporary world, technologically; yet Chandrasekera doesn’t juxtapose these elements winkingly or for laughs. The world hangs together, and for all that the story’s magical elements feel real, have the unpredictable-but-inevitable feeling of a dream or a fairy tale, it’s not an unquestioning world: Fetter, and other characters he meets, engage with the world, even the magical bits, study them, question them, draw conclusions from them. Chandrasekera is able to call his own bluff, repeatedly, in ways that feel very science-fictional - and still reveal that there are more and stranger cards to be dealt. (...)
The Saint of Bright Doors (...) has a remarkably unique and coherent texture. Alongside these absorbing, convincing details - city streets and noises, food, clothing, architecture, characters who entail a whole set of cultural assumptions in their table manners, unforgettably strange devils and apparitions - one of the more striking aspects of The Saint of Bright Doors is its commitment to the revolutionary impulse and societal critique. Fetter’s mother told him, “The only way to change the world is through intentional, directed violence.” It’s a statement he’s ambivalent about at best, particularly about how directed such violence can ever be, but he finds himself drawn into the orbit of reformists and revolutionaries, appalled at the intrinsic atrocities of the state. This is not a black-and-white moral story: The Saint of Bright Doors captures the Byzantine complexity and reifying systemicity of state violence - and Chandrasekera’s subversion of Chosen One narratives is delightfully oblique, allowing Fetter his confusion and side quests, and pivoting the narrative away with a few absolutely stunning twists.


Beyond these politics (if there is such a thing), the novel deploys some truly huge ideas in how it plays with the writing and rewriting of history and culture, how events and interpretations layer and contradict each other, are locked away for lifetimes only to emerge again. It’s a heady literalization of “mashing up;” it takes a serious look at what happens when tropes and cultures collide, and it’s all the more satisfying for how grounded in character it all is. Fetter is a wonderfully drawn and complex young man, surrounded by equally complex characters and realities that he (and thus we) understand imperfectly. A lot of my favorite moments in the book stem from Chandrasekera’s remarkable sense for stakes of personal, rather than contrived, significance - Fetter’s guilt over merely feeling attracted to someone, and the way his boyfriend laughs it off; the way that personal possibilities, that others’ opinions, are on the table as potential sacrifices or rewards - far more compelling than stock melodramatic life-or-death, save-the-universe plot points.
It’s a hard book to talk about - I’ve gone this far and barely told you about the present-on-every-page fantastic elements, the mechanics of the bright doors, the importance of theater, the dances of the devil-doctors and the demonic surveillance-state-analog of Fetter’s father and his saints. There is so much going on here, and yet it all fits together perfectly - book of the year material, no question, and one I’m already returning to'.

Nel gennaio 2024 era stata distribuita in Italia l'antologia Ecoceanica. Futuri dal Sud globale che include un racconto di Chandrasekera (clicca qui). I Nebula sono assegnati dalla Science Fiction and Fantasy Writers Association, i premi Hugo dalla World Science Fiction Society.  

28 dicembre 2024

APERITIVO ITALIANO - S2E5


Con colpevole ritardo pubblico finalmente le notizie relative al periodo giugno-dicembre 2024, notizie condivise in questi mesi solo nel profilo X/Twitter.

Il 15 giugno 2024 ha avuto luogo a Mumbai l'evento Aperitivo Italiano. 
Nel comunicato ufficiale dell'Istituto Italiano di Cultura di Mumbai si legge: 'In occasione di Fare Cinema 2024, il Consolato Generale d’Italia a Mumbai e l’Istituto Italiano di Cultura di Mumbai presentano il quinto episodio della seconda stagione di “Aperitivo Italiano”, dove il cinema funge da ponte per valorizzare e rafforzare le relazioni culturali tra Italia e India. Questa iniziativa cinematografica unica è in collaborazione con i partner creativi Istituto Europeo di Design (IED) e Whistling Woods International, due delle più importanti scuole di cinema in Italia e in India. Ispirandosi al film premio Oscar, “Nuovo Cinema Paradiso”, di Giuseppe Tornatore, quattro diplomati provenienti da questi due stimati istituti girano e montano due cortometraggi, che saranno proiettati alla première dell’Aperitivo. (...) La discussione culmina con un messaggio speciale del Maestro Giuseppe Tornatore, rivolto a tutti i partecipanti, in particolare agli studenti'. 


Nel sito ufficiale di Whistling Woods International si legge: 
'Whistling Woods International (WWI) was part of a milestone event in international cinema: the fifth episode of the second season of Aperitivo Italiano. Hosted by the Consulate General of Italy in Mumbai, this special screening celebrated the cultural synergy between India and Italy, inspired by the timeless classic “Nuovo Cinema Paradiso” by Giuseppe Tornatore. (...) It spotlighted the rich cinematic heritage of both nations, underscoring the role of film in fostering mutual understanding and cooperation. Alessandro De Masi, Consul General of Italy in Mumbai, and Francesca Amendola, Director of Istituto Italiano di Cultura, in collaboration with Istituto Europeo di Design (IED) and Whistling Woods International, announced a unique co-production project. Over an intensive two-day session, Italian and Indian students from these premier institutes collaborated to create two short films in Mumbai, which premiered at the event. Following the screening of the short films, the evening witnessed an interactive panel discussion. (...) A special highlight of the evening was a message from Maestro Giuseppe Tornatore, addressing all participants and especially the students. 
Rahul Puri, Director - Academics, Whistling Woods International, stated, “Whistling Woods International was thrilled to collaborate with IED and the Consulate General of Italy in Mumbai on this innovative initiative. This co-production project exemplifies the power of cinema to bridge cultures and foster creative collaboration. Our partnership with IED will not only enriche our students’ educational experiences but also strengthens our commitment to fostering global cinematic talent and cross-cultural exchange.”


“This marks a new chapter in the bilateral collaboration between Italy and India, a vital sector for fostering relations in the creative industries of both countries. The project’s success and its originality have garnered significant appreciation for the Italian film industry sector and sparked immense curiosity about the potential of the relationship initiated through the collaboration between the two schools”, shared Alessandro De Masi, Consul General of Italy in Mumbai.
“Creativity and design nourish themselves by exchange, questioning, dialogue, in the direction of bringing new ideas and stimuli to the community. This two-day event in Mumbai provided an exciting first basis for sharing visions through the language of cinematography and visual arts, an excellent premise for all the opportunities that the collaboration between IED and Whistling Woods International will bring among young creatives in India, in Italy and in the world,” comments Riccardo Balbo, IED Group Chief Academic Officer.
Whistling Woods International and IED also signed a Memorandum of Understanding to explore reciprocal collaborations. Key areas of focus included joint initiatives to enhance global design knowledge and intercultural competencies, programmes to foster student exchange and strengthen academic collaboration, opportunities for faculty and staff exchanges to share knowledge and best practices and expand relations and collaborations between IED and WWI through joint events and projects. The MOU was signed by Ravi Gupta, Dean, Whistling Woods International and Riccardo Balbo, IED Group Chief Academic Officer marking a significant step in strengthening educational and cultural ties between the institutions. 
The evening concluded with a networking session, offering attendees the opportunity to connect and celebrate this significant cultural exchange'. Video.

Fra gli ospiti dell'evento segnalo l'attrice Sayani Gupta. Whistling Woods International è la rinomata scuola di cinema, comunicazione e design fondata nel 2006 a Mumbai dal regista Subhash Ghai.

LA MAGIA DI ALL WE IMAGINE AS LIGHT AL FESTIVAL DI CANNES 2024 (testo da completare - malayalam?)

AISHWARYA RAI AL FESTIVAL DI CANNES 2024 (testo da completare)