18 aprile 2023

FATIMA BHUTTO: NUOVI RE DEL MONDO


Dal 7 aprile 2023 è in distribuzione nelle librerie italiane il saggio Nuovi re del mondo. Corrispondenze da Bollywood, dal Dizi e dal K-pop, di Fatima Bhutto, pubblicato da Minimum Fax. Fatima Bhutto, scrittrice pachistana, è imparentata con nomi noti della politica del suo Paese. Benazir Bhutto, ad esempio, è sua zia. 
Nel comunicato ufficiale si legge:
'Immaginari inediti si stanno affiancando a quello occidentale sulla scena globale. Un vasto movimento culturale pone una sfida importante ai grandi brand della cultura pop americana, da Hollywood a McDonald’s. Nuovi re del mondo è il racconto degli sviluppi recenti della cultura di massa: i film indiani di Bollywood, le soap opera turche (dizi) e la musica pop della Corea del Sud, nota come K-pop. Mixando con cura modernità e valori tradizionali, in contesti urbanizzati sempre più ampi, queste fabbriche dei sogni stanno creando un pop differente, in grado di superare i confini locali e diffondersi in luoghi e culture molto diversi.
Negli ultimi anni la band di maggiore successo al mondo, i BTS, è coreana, i blockbuster indiani hanno una popolarità che va oltre le frontiere nazionali, e le telenovele turche riscontrano un successo che unisce il Medioriente all’Italia, alla Spagna, all’America Latina. In un ampio reportage, l’autrice traccia il profilo di Shah Rukh Khan, per molti versi la star più popolare al mondo; va dietro le quinte di Magnificent Century, il più importante tra i dizi, seguito da oltre duecento milioni di persone in 43 paesi; e scopre come è iniziato il K-pop in Corea del Sud. Un’importante testimonianza dei tanti poli di una cultura pop che prende forma davanti ai nostri occhi'.


Nella prefazione al saggio si legge:
'Se le storie della produzione turca e di quella coreana sono tutto sommato recenti, con mercati interni di dimensioni limitate da superare con una studiata politica di esportazioni sostenuta attivamente dal governo, l’India ha una tradizione molto più articolata e un mercato interno decisamente più grande e autosufficiente. Fatima Bhutto dedica buona parte del suo Nuovi re del mondo a ricostruirne le fasi principali mettendole in relazione ai cambiamenti politici interni e, soprattutto, alla svolta neoliberista degli anni Novanta, incarnata cinematograficamente da alcuni eclatanti casi di divismo attoriale, e in particolar modo dalla figura complessa di Shah Rukh Khan, incontrata da Bhutto a Dubai alternando al suo profilo squarci di dialogo che rivelano la dimensione quotidiana del mito. Un mito che vive non solo nel vicino Medio Oriente ma in Paesi lontani che nulla hanno a che fare con l’India, come il Perù, che consuma il cinema di Bollywood fin dagli anni Cinquanta, dove Khan, tra gli altri, incarna un modello vincente per le popolazioni andine, strappate dalla loro terra e gettate nei meandri della capitale a condurre vite spesso miserabili'.

Video promozionale di New Kings of the World. Dispatches from Bollywood, Dizi, and K-pop (2019)

Aggiornamento del 3 luglio 2023 - Vi segnalo l'intervista concessa da Fatima Bhutto a Federico Chiara, pubblicata oggi da Vogue Italia:

'Cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?
Volevo esplorare la politica della cultura, più specificamente il modo in cui la cultura viene usata come forma di potere. L’hard power è fatto di carri armati, pistole e guerra, il soft power è Elvis e la Coca-Cola e il rock and roll. Trasporta le idee in modo gentile ma non innocente.

Perché siamo sempre più attratti da culture pop non occidentali? E perché pensi che queste ultime stiano perdendo colpi?
Il processo di globalizzazione è cambiato tanto ma ha anche tradito molte promesse: è stato detto che avrebbe portato ricchezza e opportunità per tutti, che ci avrebbe collegato attraverso gli oceani e avrebbe trasformato in meglio le nostre esistenza. È successo, ma solo per alcuni. A milioni di persone è stata venduta la stessa promessa, col risultato che hanno lasciato le loro case nei villaggi per trasferirsi nelle grandi città aspettandosi di essere trattate come capitani d’industria, ma lì si sono trovate alienate, isolate, abbandonate. (...)

Parli di migranti che affrontano spostamenti a breve e a lungo raggio, dunque.
La maggior parte delle migrazioni nel mondo di oggi non riguarda tanto le persone che abbandonano l’Africa o l’Asia per trasferirsi in Europa, ma chi si sposta all’interno dei propri Paesi, muovendosi dai villaggi alle città. E la cultura pop occidentale non descrive questa difficoltà, questa sofferenza che stanno vivendo centinaia di milioni di migranti. Ma gli spettacoli turchi sì, gli spettacoli nigeriani sì, Bollywood sì, parlano di quella solitudine e umiliazione e di quanto sia difficile vivere una vita dignitosa nel mondo moderno. I film o le serie occidentali parlano di supereroi, sesso, miliardari. Non parlano più di ciò che il mondo sta affrontando.

Bollywood ha un’industria dell’intrattenimento molto ben avviata: quali sono gli ingredienti del suo duraturo successo?
Quando nel 2019 ho scritto Nuovi re del mondo, Bollywood era un’industria diversa. Se dovessi riscriverlo oggi non la includerei, e ti spiego la ragione. Fino al 2010 Bollywood è stato uno specchio dell’India riflettendo, di volta in volta, l’ottimismo per l’indipendenza nei film degli anni 40-60, le lotte contro la corruzione e il potere negli anni 70, lo shock del neoliberismo negli anni 90. Oggi è ancora uno specchio dell’India, ma l’India è cambiata: al governo c’è un partito indù che ha una storia di violenza contro le minoranze - si pensi ai massacri del Gujarat contro i musulmani nei primi anni 2000 o alla violenza contro i cristiani in Assam oggi. I film mainstream ora riflettono questo: sono solo noiosa propaganda, non arte'.

Nessun commento: