Da sinistra: Abhay Deol, Dibakar Banerjee, Emraan Hashmi |
Dibakar Banerjee ha annunciato il suo nuovo lavoro: Shanghai, un thriller a sfondo politico, adattamento cinematografico di Z, romanzo del 1966 dello scrittore greco Vassilis Vassilikos. Dibakar ha lavorato per un anno e mezzo al progetto. I produttori hanno incontrato Vassilikos, il quale si è mostrato molto sorpreso ma soddisfatto della sceneggiatura. Abhay Deol e Emraan Hashmi sono nel cast.
Vi ricordo che, nel 1969, Costa-Gavras diresse Z - L'orgia del potere, pellicola che si aggiudicò, fra gli altri, l'Oscar per il miglior film straniero e il premio della giuria a Cannes. Una curiosità: pare che Vassilikos abbia vissuto per un certo periodo in Italia, durante l'esilio impostogli in passato dalle autorità greche.
Dibakar Banerjee è uno dei più promettenti talenti della neo-Bollywood. Dal suo godibilissimo debutto, Khosla Ka Ghosla, passando per Oye Lucky! Lucky Oye! - entrambi premiati col National Award -, sino allo sperimentale Love Sex Aur Dhokha, Banerjee ha incantato critica e pubblico, riuscendo a coniugare soggetti originali, sceneggiature ben costruite, ottime performance, budget contenuti, introiti soddisfacenti.
Abhay Deol, nipote di Dharmendra e cugino di Sunny e Bobby Deol, stupisce per la determinazione con cui sia riuscito a crearsi un'invidiabile carriera costellata di ruoli stimolanti e pellicole innovative. Abhay ha regalato una delle sue migliori interpretazioni proprio in Oye Lucky! Lucky Oye! di Dibakar Banerjee. Vi ricordo che Deol, nel 2009, era alla Mostra del Cinema di Venezia per la proiezione del lisergico Dev. D.
Ma è il terzo personaggio a rendere la combinazione davvero bizzarra: Emraan Hashmi, il serial kisser di Bollywood, rampollo del clan dei Bhatt. A differenza del collega Abhay, i passi falsi (Zeher, Jawani Diwani, Crook - solo per citarne alcuni) nella filmografia di Emraan non si contano, anche se nulla ha impedito alla star di coltivare un vivaio di fan innamorate. Hashmi possiede fisicità e carisma, e si cimenta con coraggio (o incoscienza) in ruoli negativi e spesso di carnalità inaudita per gli standard della cinematografia popolare hindi, in pellicole che trattano di adulterio (Zeher), relazioni sessuali prive di romanticismo (Murder, Aksar), pornografia e prostituzione (l'insolito Kalyug, Awarapan). Scavando con cura, emerge una sottile ma decisa vena di versatilità che ha consentito ad Emraan di interpretare personaggi lontani dallo stereotipo che la cronaca rosa indiana sembra avergli cucito addosso, e di partecipare a produzioni più articolate quali il verboso, a tratti sorprendente Chocolate, o il teso The killer. Hashmi ha sfoderato un fascino tragico in Raaz - The mystery continues (uno dei rarissimi horror hindi di successo), e un'insospettata eleganza in Tum Mile. Ma è nel 2010, con Once upon a time in Mumbaai, che la star ha conquistato in un colpo solo la critica e fasce più larghe di pubblico (anche maschile) grazie ad una performance vigorosa ed indimenticabile. Emraan, inoltre, sembra essere l'attore preferito del talentuoso regista Anurag Basu, da cui è stato scritturato per il conturbante Murder, lo zuccheroso (con un velo di quella malinconia che diverrà il marchio di fabbrica di Basu) Tumsa Nahin Dekha, e lo splendido, intenso Gangster.
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